Caritas Turate 18 Ottobre 2001
OSSERVAZIONE: Atteggiamento di una comunità che ama e vive il territorio |
I . OSSERVAZIONE: atteggiamento teologico
II . OSSERVAZIONE: atteggiamento ecclesiale
III . QUALE RILIEVO PER L’OSSEVAZIONE ?
IV . LE DIRETTRICI DELL’OSSERVAZIONE
l’osservazione è espressione di una Chiesa locale che pone l’attenzione agli ultimi come criterio di discernimento pastorale nella vita ecclesiale. Le attività di osservazione possono essere di sostegno nel rafforzare la capacità profetica e indicare come la comunità viva l’attenzione al povero e il senso sacramentale del povero come visita di Dio alla Chiesa.
la costruzione di un cammino di osservazione è il frutto di un cammino condiviso con tutta la comunità locale…tale attività non dovrebbe essere confinata nel solo ambito della Caritas: essendo in rapporto con tutto il cammino della Chiesa, essendone atteggiamento specifico, non ha solo il compito di cogliere le varie espressioni della povertà, ma anche di verificare il posto che i poveri hanno in tutti gli ambiti della pastorale…per imparare e riuscire a costruire nuovi itinerari ecclesiali, in cui i poveri abbiano posto.
le attività di osservazione sono funzionali non solo alla realizzazione di servizi per i poveri di sempre crescente qualità, ma anche per promuovere cultura e partecipazione…è orientato al ripensamento ecclesiale sulla prassi ordinaria, per riflettere sull’idea di Chiesa che si ha, sull’immagine che si comunica; non serve a "fare", ma più sostanzialmente serve ad "essere". Solo dopo aver osservato, conosciuto ed analizzato il dato reale( che scaturisce da noi, dall’altro e dall’incontro con l’altro) si può fare relazioni significative.
è strumento per rinnovare l’attenzione agli ultimi e agli emarginati, nella linea della promozione della cultura della solidarietà…può aiutare a riscoprire il valore della carità cristiana e alcuni valori riconosciuti anche dai "lontani" (bene comune, tolleranza, giustizia sociale, corresponsabilità, senso civico…)
V . IL TRIPLICE COMPITO DELL’ATTIVITA’ DI OSSERVAZIONE
Osservare in concreto è:
Comunicare:
osservare è attività che non solo può e deve creare
informazione, ma è anche in grado di interpretarla, di rielaborarla e di
divulgarla.
I dati raccolti vanno comunicati e diffusi, allo scopo di
sensibilizzare e promuovere maggiore consapevolezza dell’opinione pubblica e
della comunità ecclesiale.
Comunicare è:
Coinvolgere:
uno degli scopi da perseguire nell’attività d osservazione
è quello di coinvolgere la comunità ecclesiale e civile nel processo di
ricerca sui problemi sociali e le loro soluzioni.
Occorre favorire la messa in rete dei diversi attori
impegnati sul territorio (Comunità ecclesiale, Enti locali, ASL, Consultorio,
Privato sociale…).
Coinvolgere è:
VI . DALL’OSSERVAZIONE ALL’OSSERVATORIO
Aspetti pastorali
L’Osservatorio delle povertà e delle risorse è una delle
modalità con cui può esplicarsi l’osservazione compiuta dalla comunità
ecclesiale sul territorio, che deve essere concepita e realizzata non tanto e
non solo come struttura di ricerca statistico-sociologica ma soprattutto e
primariamente come strumento pastorale, orientato e finalizzato alla
testimonianza di carità nel mondo.
Può essere ciò solo nella misura in cui acquisisce adeguate
competenze nella lettura dei bisogni, andando alle cause, abbozzando strategie
di rimozione e/o prevenzione…
Non è azione isolata, da laboratorio di ricerca, a cui la
comunità vivente sul territorio ha delegato il compito di leggerne i fenomeni…è
espressione della Chiesa locale, è espressione della diaconia di carità.
Aspetti pedagogici di partecipazione
E’ uno strumento per qualificare l’impegno di servizio
gratuito e per maturare la scelta di impegno socio-politico.
Sorge dalla comunità, nella comunità trova il proprio primo
interlocutore, dalla comunità trae le proprie risorse…è esperienza di
ecclesialità, di partecipazione, di comunità che si mette in gioco.
E’ luogo di integrazione delle diverse competenze che
insieme, condividendo i singoli punti di vista, lavorano per creare un criterio
di lettura e analisi del territorio, per provocare la progettualità ecclesiale
e civile a servizio della persona.
L’Osservatorio è funzionalmente costituito da un’equipe,
ma in realtà è la comunità ecclesiale…ciò implica responsabilità di
testimonianza dell’equipe ma soprattutto impegno per la comunità a non
estraniarsi dall’esperienza dell’Osservatorio, a non delegargli l’esercizio
dell’osservazione e a non ritenersi immune dal percorso di discernimento e
ripensamento che naturalmente ne deve scaturire.
E’ modellato dalla logica dell’incarnazione, del
conoscere prima di agire.
Dimensione laica
Studia l’evoluzione dei bisogni e delle risorse in modo
regolare, competente e sistematico…nel loro evolversi nel tempo, con
attenzione prioritaria alle dinamiche qualitative della povertà e delle
risposte.
Deve avere carattere permanente…non ha senso se episodico;
richiede strumentazione e metodologia corrette: necessità di coerenza
scientifica.
Questa dimensione tecnico-laica non si pone in
contrapposizione al costitutivo pastorale, anzi ne è strumentalmente orientata,
per una pastoralità incarnata, capace di toccare la storia con concretezza, di
entrarvi non da estranea e i assumerla con competenza.
Importanza topica ha il carattere di stabilità e
continuità: non si esaurisce in una raccolta di dati monolitici, fossilizzati
nell’attimo; deve recepire l’istanza della diacronicità, del nuovo che si
configura nell’oggi, nel suo rapporto con il passato e nella prospettiva
proiettiva del domani.
E’ fondamentale la dimensione prospettica…che è la
dimensione antropologica.
VII . SUGGESTIONI SINTETICHE
Alcuni interlocutori strumentali:
Approcci:
Azioni conoscitive
Risorse strumentali:
Una sfida:
Riferimenti: